I commenti e i pensieri del dopo
4 Dicembre 2018/ di Aldo Avancini /
La notte tra il 7 e l’8 dicembre in una discoteca vicino ad Ancona c’è stata una strage che ha provocato sei vittime (cinque ragazzini tra i 14 e i 16 anni e una mamma di 39 anni). Nel locale gremito di giovani, qualcuno avrebbe spruzzato dello spray al peperoncino, provocando il panico tra la folla, riversatasi così verso le uscite di sicurezza. Appena all’esterno di una di queste, la siepe-balaustra di un ponticello che collega al parcheggio è ceduta sotto la spinta della massa di persone. Molti ragazzi sono così caduti nel fossato sottostante, finendo schiacciati dagli altri. L’ing. Avancini riflette con noi su questa tragedia.
Scrivere sotto l’onda delle emozioni che nascono davanti a situazioni tragiche e gravi come quella della discoteca dell’Anconetano non garantisce sempre una serenità di giudizio, né tantomeno indicazioni serie su motivazioni, cause e soprattutto rimedi. Ritengo inoltre sempre molto ma molto difficile trarre delle considerazioni avendo come riferimento non fatti, ma solamente opinioni che spesso hanno un approccio quantomeno ‘personale’ alla verità, perché il rischio è che ne scaturiscano proposte di soluzione quantomeno bislacche. Leggendo di quell’italiano che si è fatto giorni di prigione per del borotalco in valigia scambiato per droga, non ho potuto fare a meno di pensare a come nei film, toccato un pizzico di polvere, l’attore di turno dice “Cocaina pura!”, per cui mi sono chiesto: ma a quel controllo antidroga non era meglio ci fossero attori?!
Scusandomi per la digressione, riprendo la serietà che esige la tragedia di questo fine settimana. Ascoltavo ieri alla radio una serie di commenti con sommarie prese di posizione in merito. Pur non volendo assolutamente entrare nel merito di situazioni in essere – non ho né titolo né merito per farlo, ma soprattutto sono in carico ad altre funzioni – non posso tuttavia fare a meno di trarne alcune considerazioni e pormi delle domande che voglio qui condividere.
Un primo gruppo di commentatori aveva la posizione del “Servono più norme”! NO caro lettore, norme ce ne sono fin troppe, al punto che io in una precedente conversazione, sottolineavo come l’Ingegnere (prego osservare la ‘I’ maiuscola) corra il pericolo di diventare il notaio tecnico delle norme. Deriva proprio dalla loro numerosità e complessità la possibilità assolutamente negativa di infrangerle! Non si può fermare l’acqua con un muro di spugne, per quanto pressate.
Norme numericamente poche ma molto chiare e soprattutto con chiare pene applicate celermente sono il miglior deterrente per colui che volesse infrangerle. Recentemente ho letto una documentazione di emanazione europea, composta da sette cartelle in formato A4, dove le prime tre cartelle riportavano il valore delle parole usate (definizione dei termini), ulteriori tre cartelle riportavano il classico “Visto il…” e solamente una cartella riportava il testo vero e proprio del voluto! Se poi si pensa che ad ogni “Visto il…” corrisponde un qualcosa comunque basato sullo stesso concetto, si comprende come il “Servono più norme” non possa essere identificata come una soluzione fattibile al problema.
Un secondo gruppo di opinionisti sottolineava la mancanza di efficaci controlli, e questo punto merita una riflessione, sia nel merito che nel titolo. Formalmente i controlli ci sono e sono affidati a professionisti, enti o società di provata valenza. Ma quando si scende nella verifica puntuale, si osservano fastidiose contraddizioni, che riporto solamente come esempio legato alla modalità temporale di esecuzione (spesso fissata pochi giorni prima dell’apertura, in qualche caso veramente pochi e comunque insufficienti a decise azioni di ripristino, ove valutate necessarie ai fini della sicurezza degli ospiti e dei beni) non entrando nel merito della professionalità dei chiamati.
Ove richiesta l’autorizzazione della Commissione Provinciale, quanto tempo si ferma operativamente la stessa in loco dedicandosi al controllo? In una manifestazione con indicative 40 attrazioni, con una permanenza di 4/6 ore, tolto il caffè (che non si nega a nessuno), il trasferimento all’interno del luogo della manifestazione e l’immancabile saluto/ringraziamento del Presidente, cosa resta? Pochi minuti per attrazione. È un tempo sufficiente per controllare l’integrità e la sicurezza dell’attività? E tutto questo dando per acquisita la “dimostrabile professionale esperienza e confidenza con le problematiche tipiche del settore” dei facenti parte la Commissione.
Per quanto attiene poi ai controlli, vi chiedo: quante volte voi, sulle strade di uscita di qualche sagra di paese, avete visto blocchi di autorità con sistemi di controllo del tasso alcolico? Eppure, quante volte si è sottolineata la doverosa presenza della forza pubblica a garantire la sicurezza delle attività!? E la doverosa verifica amministrativa documentale e fiscale delle stesse? Ma se si mette a confronto l’importanza dedicata alla sicurezza in generale e quella a scontrini fiscali, casse, e quanto altro (tutte cose assolutamente doverose, condivisibili ed apprezzabili – il disonesto è di danno all’onesto!) non si pretenderebbe forse che l’integrità fisica degli ospiti avesse una valenza se non superiore quantomeno pari?
Un ultimo accenno al sovraffollamento. Mi si perdoni l’accostamento, ma i parcheggi nella mia città hanno un numero definito di auto all’interno. Parecchie volte alla richiesta del biglietto, si vede la scritta “Parcheggio pieno” e si deve così attendere che qualche auto esca per poter entrare e parcheggiare. Non mi sembra una soluzione che richieda investimenti o professionalità particolari.
Articolo estratto da Games&Parks Industry Dicembre 2018, pagina 92
Ing. Aldo Avancini / Proposta Srl / proposta_design@yahoo.it