Stanga e bilancino
4 Novembre 2018/ di Aldo Avancini /
L’esperienza al parco dell’ospite comincia ancor prima di varcarne i cancelli e coinvolge una molteplicità di aspetti. L’ing. Avancini ci invita a riflettere su questo e su come niente vada quindi sottovalutato da parte di chi gestisce la struttura
In un mio precedente intervento, ho accennato allo ‘star bene’ dell’ospite all’interno del parco e qualche lettore mi ha chiesto di ampliare questo concetto che è di per sé difficilmente identificabile, definibile. Soddisfo quindi la richiesta e vorrei partire dal primo contatto con il parco, che può essere di tipo ‘etereo’ (il sito è facilmente visitabile, le risposte del personale alle più frequenti domande degli ospiti chiare, definite, limitate alla sola risposta senza tanti panegirici, e così via) oppure di tipo ‘fisico-operativo’ (il trovare il parco e l’ingresso nel parcheggio).
In una situazione di traffico importante o di visitatore straniero, quanto risulta apprezzabile una segnaletica chiara, regolare e continua? Mi si risponderà che oggi con i telefonini che fra poco ci faranno anche il caffè del mattino quest’accuratezza non è più essenziale. E invece no, è sbagliato ribadisco io. Perché io sono un possibile/probabile ospite e voglio essere trattato come tale ancor prima di arrivare al parco. Non posso e non voglio essere considerato solo come una futura risorsa economica o un donatore finanziario!
Ritengo quindi importante che il parco, tramite un’adeguata segnaletica, conduca a sé i suoi visitatori. Ma quanto perniciosa è una situazione dove, dopo aver seguito le indicazioni per il parco X si arriva ad un bivio dove il parco ‘scompare’ improvvisamente?! E che dire poi della sequenza “Parco 5 minuti”, “Parco 3 minuti”, “Parco 1 minuto” e poi “Parco 5 minuti” di nuovo?
Ancora, cosa ne pensate voi della macchinetta che all’ingresso del parcheggio distribuisce il bigliettino con l’unica asettica indicazione “Pagare alla cassa prima di uscire”? Ma volete mettere un ingresso con un operatore in carne ed ossa, sorridente e con addosso una divisa pulita e stirata (perché è lui il primo contatto dell’ospite con il parco) che esprimendo il ringraziamento “per averci scelto” assieme all’augurio “Spero possiate trascorrere una splendida giornata nel nostro parco” ci porge programma, pianta, elenco spettacoli e quant’altro sfilandoci nel contempo (ma con eleganza) il pagamento del parcheggio?! Non pensate forse che questa seconda soluzione dia sin dall’inizio una percezione di livello di qualità offerto superiore?
Dedico una nota anche ai servizi igienici. C’è una comprensibile ritrosia nell’ospite a chiedere dove si trovino le toilette, ma anche, ahimé, una meno comprensibile – anzi inspiegabile – attenzione del parco a non facilitare l’individuazione della loro ubicazione con un’adeguata cartellonistica. Forse aiuterebbe un corso sui principi della fisica termodinamica? Pensando che nessuna reazione può avvenire ad efficienza 1, e che quindi ‘scarti’ di varia tipologia e sorgente sono inevitabili?
Tutte queste considerazioni si affinano nell’esperienza quotidiana dei parchi; ma in una situazione quale è l’attuale in cui diminuiscono i parchi gestiti direttamente dai proprietari mentre avanza una gestione che si basa su valutazioni sostanzialmente economiche e finanziarie, chi gestirà la memoria di queste considerazioni?
Ecco che dalla mia memoria spuntano le immagini di tanti anni orsono, quando i cavatori di ghiaia lavoravano (a pala e badile, senza mezzi meccanici) nei letti dei fiumi e successivamente si riposavano sul carro carico, mentre il cavallo lo tirava, facendo strada ed andatura. Io bambino spesso vedevo al suo fianco un puledro senza carico, che trotterellava al passo del carretto. Non capendo a cosa servisse, una volta chiesi quale fosse la sua funzione. Mi venne risposto con il concetto di ‘stanga e bilancino’. Ovvero il cavallo fra le stanghe tirava il carretto e il puledro, attaccato tramite il bilancino, si formava al passo e alla strada, prolungando l’esperienza del tiro.
Ecco forse si è trascorso un ‘tempo della stanga’ bellissimo e pieno di soddisfazioni, ma la domanda è: “Ma il bilancino c’è ancora?”
Articolo estratto da Games&Parks Industry Novembre 2018, pagina 92
Ing. Aldo Avancini / Proposta Srl / proposta_design@yahoo.it