La manutenzione dei roller coaster: principi generali. I Parte

La manutenzione dei roller coaster: principi generali. I Parte

3 Maggio 2019 Off Di Facto Edizioni

/ di Francesco Maria Cominoli /

Come anticipato nell’articolo precedente la manutenzione è uno degli aspetti fondamentali per garantire la sicurezza delle attrazioni. Chi meglio di un esperto internazionale come l’Ing. Francesco Maria Cominoli che ha avuto esperienza diretta può raccontarci cosa significa in concreto? Lo ringraziamo quindi per il seguente articolo e speriamo la collaborazione possa continuare anche in futuro

I parte

Francesco Maria Cominoli / International maintenance expert engineer

Pretendere di trattare in modo completo ed esaustivo il tema della manutenzione della grande famiglia di attrazioni che sono i roller coaster è impensabile, specie in un semplice articolo. È invece pensabile cercare di inquadrare il problema nelle sue condizioni al contorno e definirne i principi guida per la messa sotto controllo.

Le considerazioni che seguono riguardano un coaster-tipo, con struttura in acciaio e rampa di elevazione ad azionamento meccanico, ovvero l’impostazione più diffusa sia nella versione fissa (da parco a tema) che nella versione itinerante. Poiché nel nostro settore la varietà di scenari è pressoché illimitata, faremo in chiusura anche qualche considerazione sui coaster nati come itineranti ma che vengono però tenuti fissi.

Definizione di ‘Manutenzione’ 

“Combinazione di tutte le azioni tecniche ed amministrative, incluse le azioni di supervisione, volte a mantenere o a riportare un’entità in uno stato in cui possa eseguire la funzione richiesta” Fonte: UNI 9910 (191.07.01)

Principi generali della manutenzione

La manutenzione può essere erogata in due modi (‘politiche’) fondamentali:

I. la manutenzione ‘la decide’ la macchina, guastandosi ‘spontaneamente’ e con tutti gli effetti possibili sul servizio, dai più irrilevanti ai più drammatici. La corrispondente politica è definita Manutenzione Correttiva. Non può bastare.

II. la manutenzione la decide il gestore, il ‘padrone’ dell’attrazione, puntando a prevenire il guasto attraverso attività programmate periodiche o anche attraverso modifiche/migliorie una tantum, ma sempre decise e programmate (Manutenzione Migliorativa). Le politiche di prevenzione periodiche sono definite Manutenzione Ciclica/Statistica (a scadenze temporali) e Manutenzione Predittiva/Su Condizione. Qui lo scadenziario temporale governa i controlli fisici o strumentali, mentre le attività vere e proprie sono programmate solo se gli esiti del monitoraggio ‘dicono’ di intervenire. È la politica vincente: si spende a ragion veduta. Ovviamente non è tutto così semplice, perché il monitoraggio va progettato accuratamente. 

Queste politiche ‘convivono’ in un mix di distribuzione delle risorse che deve essere continuamente ritarato, privilegiando le attività programmate e contemporaneamente non illudendosi di non avere MAI guasti. Il mix ottimale è il risultato di un progetto di Ingegneria di Manutenzione. Come scritto da Gianni Chiari il mese scorso nel suo articolo “La manutenzione delle attrazioni”, è un ramo a sé dell’ingegneria. L’indirizzo specifico è ufficialmente operativo in Italia dal 2004: a istituirlo per primo è stato il Politecnico di Milano, seguito poi da quasi tutte le altre facoltà di ingegneria italiane. 

Segnaliamo che un costruttore italiano di attrazioni particolarmente attento alla manutenzione ha organizzato master specifici di Ingegneria di Manutenzione presso la propria sede, aperti ai propri clienti, ai propri collaboratori e alle scuole locali. 

Il progetto Manutenzione

Il manutentore ha a disposizione una serie di informazioni che, debitamente integrate, consentono di determinare e aggiornare i contenuti delle attività manutentive. Queste informazioni gli giungono da:

  • Manuali dei costruttori;
  • Reporting dei costruttori relativi ai loro interventi;
  • Reporting da parte di enti esecutori di controlli specialistici;
  • Storico delle attività programmate;
  • Storico dei fermi e dei guasti;
  • Esperienza dei manutentori;
  • Esperienza dei conduttori.

Partendo da queste informazioni è possibile predisporre due famiglie di attività programmate, che per inciso, sono valide e necessarie per qualunque attrazione (non solo per i coaster). Precisamente:

  1. la check-list giornaliera in avviamento, prima dell’apertura al pubblico;
  2. i Piani di Manutenzione Programmata o PMP.

Di entrambe le attività deve rimanere traccia documentale precisa e consultabile nel tempo. Idem, ovviamente, per gli eventi di fermo e guasto. L’ideale sarebbe disporre di un software dedicato alla manutenzione, ma anche un semplice Excel ben impostato permette di stampare la modulistica da firmare (procedure in avviamento) e di gestire sia gli scadenziari delle attività di prevenzione, sia gli eventi di fermo e guasto che costituiscono il database più importante per perfezionare le attività programmate. Attenzione: per ‘eventi di fermo e guasto’ intendiamo TUTTE le attività non previste ed effettuate su chiamata dagli operatori di pronto intervento, sia che abbiano determinato eventi significativi (fermate, evacuazioni, riduzione della capacità oraria ecc.) sia che non abbiano prodotto conseguenze immediate ma che abbiano comunque richiesto interventi non previsti, potenziali sintomi premonitori di eventi più impattanti.

Per gestire a dovere tutti i fabbisogni di manutenzione, in mancanza di meglio anche per via cartacea, è indispensabile riferirli in modo chiaro e univoco ai componenti che li richiedono. In altri termini, è necessario scomporre l’attrazione secondo una struttura ad albero o ‘Equipment Tree’.

Nel prossimo numero vi presenteremo, a titolo esemplificativo, l’Equipment Tree di un coaster fisso in acciaio con lift meccanico e più treni.

Articolo estratto da Games&Parks Industry Maggio 2019, pagina 80

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