La valutazione e riduzione del rischio nella nuova norma europea FprEN 13814-1:2018. III Parte

La valutazione e riduzione del rischio nella nuova norma europea FprEN 13814-1:2018. III Parte

2 Gennaio 2019 Off Di Facto Edizioni

/ di Gianni Chiari /

Prosegue l’intervento di Gianni Chiari sull’analisi dei rischi nelle attrazioni

Gianni Chiari / Membro del Comitato Tecnico CEN/TC 152, ASTM F 24, ISO/TC254

III parte (Leggi la prima parte e la seconda parte)

Buon 2019 a tutti. Questo che comincia è un anno carico di speranze e di attese. Dal punto di vista tecnico, se il CEN Comitato Europeo di Normazione manterrà il suo programma dovremmo finalmente vedere la pubblicazione della nuova norma tecnica europea EN 13814-2019 in tre parti:

  1. Progettazione e costruzione
  2. Uso e manutenzione
  3. Ispezione.

Vi terremo informati sugli sviluppi e quando avverrà la pubblicazione prepareremo un apposito articolo.

Riprendiamo per intanto a scrivere di analisi dei rischi. Spero sia chiaro dagli articoli precedenti quanto sia importante quest’attività nell’odierna strategia della sicurezza. Faccio un breve passo indietro che ritengo utile al fine di comprendere meglio dal punto di vista pratico come la si può sviluppare.

Per molti prodotti di consumo e per le macchine in generale, tutte le caratteristiche tecniche e di sicurezza vengono impostate fin dall’inizio e il progettista/costruttore si fa carico di “tutto”. Quindi l’utilizzatore solitamente ha il compito di installare e/o utilizzare il prodotto e/o la macchina secondo le istruzioni fornite dal costruttore (tecnicamente chiamato “fabbricante”).

Altra distinzione fondamentale è la destinazione d’uso, nel senso che vi è una grande differenza tra un utilizzatore professionale e un consumatore. Questo incide sulle caratteristiche del prodotto ed ha ripercussioni anche in termini di istruzioni per l’uso.

Approfondiremo questi aspetti magari in futuro. Per ora restiamo strettamente nell’ambito delle attrazioni per parchi divertimento e cosa avviene nella pratica. Quando un parco ordina una nuova attrazione ad un costruttore inizia un percorso tecnico particolare.

Prima di tutto occorrerebbe chiarire bene lo “scopo di fornitura”. Nella mia esperienza più che trentennale mi è capitato rarissime volte che l’attrazione venisse consegnata pronta per l’uso. Forse i dondolanti a gettone detti kiddie ride sono tra i pochissimi che richiedono solo l’alimentazione elettrica e poco altro.

Per le giostre, il discorso è diverso e molto articolato. Il parco inserisce la nuova giostra in un contesto, spesso si fa carico di molti equipaggiamenti e dispositivi che hanno un riferimento diretto con la sicurezza dell’attrazione. Potrei fare un lunghissimo elenco, ma preferisco restare sul concreto con pochi esempi.

Normalmente a livello contrattuale il parco scrive che si occuperà di dotare l’attrazione di apposite recinzioni, accessi e uscite. A questo punto, il progettista/costruttore deve occuparsi di questi aspetti nello sviluppo dell’analisi dei rischi DRA (Design Risk Assessment)? E se sì in che modo?

Sarebbe semplice dire “Ci pensa il parco”, ma credo che non sia corretto e prudente fermarsi a questa semplice frase.

La DRA del progettista/costruttore analizzerà comunque questi aspetti e darà indicazioni utili al parco per lo sviluppo della sua OURA (Operation and Use Risk Assessment), ossia l’analisi dei rischi di uso e funzionamento.

Ecco qualche esempio:

1) Posizione della nuova attrazione nel parco 

Attenzione alle distanze di sicurezza dovute al movimento delle unità passeggeri ed il relativo “safety envelope”, cioè le distanze di sicurezza. Il costruttore darà le misure del “safety envelope” e il parco verificherà nella sua OURA se esistono le distanze di sicurezza nelle recinzioni che andrà ad installare.

Il parco deve inoltre provvedere agli spazi necessari per l’accesso dei mezzi di emergenza e soccorso, secondo le regole locali. Anche in questo caso il parco, tramite la sua OURA, verificherà e documenterà se ci sono vie di accesso e spazi di manovra per automezzi dei vigili del fuoco, ambulanze, piattaforme aeree, eccetera.

2) Recinzioni

Hanno la funzione di tenere il pubblico a distanza di sicurezza dalle parti pericolose dell’attrazione o di impedire la caduta dall’alto. In funzione del tipo di attrazione e dei suoi movimenti sono previste delle recinzioni con caratteristiche minime da rispettare. La norma europea EN 13814:2004 al punto 6.1.4.3 le classifica in categorie:

Classificazione dei sistemi di delimitazione delle aree

I sistemi di demarcazione delle aree sono classificati nel modo seguente:

J1 – sistemi di delimitazione prevalentemente visivi: strisce colorate a pavimento, gradini fissi, pali, coni o simili.

J2 – sistemi di delimitazione fisici: dispositivi flessibili come funi, catene, cavi ecc. che non devono resistere a forze orizzontali 

J3 – sistemi di delimitazione fisici: dispositivi rigidi come recinti o cancellate in grado di resistere a forze orizzontali. 

Quale tipo utilizzare? Il progettista dovrebbe indicare nella sua DRA la categoria minima richiesta: per esempio, J3. 

Visto che dello scopo di fornitura se ne occupa il parco, sarà compito di chi sviluppa la OURA decidere quale recinzione installare, come dovrà essere progettata, che caratteristiche dovrà avere come dimensioni e forma, che distanza dovrà avere dall’attrazione per garantire il “safety envelope”, eccetera.

3) Accessi ed uscite

Vale lo stesso discorso delle recinzioni. Il progettista nella sua DRA dovrebbe indicare la categoria minima dei cancelli necessaria, mentre il parco nella sua OURA stabilirà in dettaglio che tipo di cancelli andrà ad installare. Anche in questo caso la norma europea EN 13814:2004 viene in aiuto definendo cinque categorie di accessi/uscite, al punto 6.1.4.4:

Classificazione di accessi e uscite in recinzioni e cancellate 

Il numero di varchi nelle recinzioni e cancellate dovrà limitarsi, per quantità e ampiezza, a quanto necessario alla sicurezza di accessi e uscite. Ogni varco non dovrà superare i 2,5m di larghezza. I varchi di accesso e uscita sono così classificati:

K1 – varchi senza alcun controllo diretto;

K2 – varchi controllati da addetti;

K3 – varchi provvisti di barriere o cancelli che segnalano l’accesso a una zona riservata, limitando il flusso di persone (per esempio, cancelletti meccanici, tornelli, eccetera);

K4 – varchi provvisti di barriere o cancelli la cui apertura e chiusura a chiave vengono eseguite dall’operatore o da un addetto; 

K5 – varchi provvisti di barriere o cancelli la cui chiusura abilita l’avvio della giostra. 

Per ciascuna categoria definita di giostre, o per ciascun gruppo o singola giostra appartenente alla stessa categoria e con le stesse specifiche caratteristiche, i requisiti minimi per i varchi di accesso e uscita saranno espressi dalla suddetta classifica al punto 6.2. 

Resta in carico al parco definire in dettaglio tutte le caratteristiche delle entrate e uscite, cioè degli eventuali cancelli. Faccio solo notare come ci sia una stretta interazione tra DRA ed OURA con l’esempio di un cancello in classe K5.

Se il progettista nella sua DRA richiede un K5 e il parco lo deve costruire perché è fuori dallo scopo di fornitura del costruttore, si porrà il problema dell’interfaccia tra il sistema di controllo dell’attrazione e il cancello del parco. Infatti la classe K5 prevede l’interblocco tra attrazione e cancello. L’attrazione può partire solo se il cancello è chiuso (e aggiungo io, bloccato). Quindi ci dovranno essere dei sensori affidabili sul cancello che dicono alla giostra “Sono chiuso. Puoi partire in sicurezza”. Chi decide i sensori del cancello? Come si interfacciano con il sistema di controllo della giostra?

Riflessioni finali

Con questi semplici esempi spero di aver maggiormente chiarito il perché si è deciso di formalizzare la DRA e la OURA nella norma europea di nuova edizione.

Dovrebbero essere altrettanto chiare la praticità e la convenienza di utilizzare la norma europea EN 13814 come interfaccia tra costruttore e parco. Può bastare una sigla per dare le indicazioni corrette e complete su un aspetto di sicurezza che altrimenti potrebbe richiedere lunghissimi studi e discussioni. Chiarire bene fin dall’inizio chi fa cosa e come, compreso le interfacce, è fondamentale per non correre il rischio di incontrare difficoltà inaspettate e peggio ancora di non coprire aspetti di sicurezza.

Nei prossimi articoli continueremo ad occuparci di analisi dei rischi. Ci sono ancora aspetti interessanti che meritano di essere approfonditi.

Leggi la –> quarta parte

Articolo estratto da Games&Parks Industry Gennaio 2019, pagina 72

Gianni Chiari /  Membro del Comitato Tecnico CEN/TC 152, ASTM F 24, ISO/TC254  e Responsabile del progetto ‘Una giostra per tutti’. info@technicalservices.it