Una norma invasiva, ma in senso buono
3 Settembre 2019/ di Aldo Avancini /
Come porsi di fronte alla nuova norma sulla sicurezza delle attrazioni? L’ing. Avancini ci dice la sua.
Con l’atto di fine maggio del Comitato Europeo di Normazione che ha reso disponibile agli organismi di normazione tecnica degli stati membri della UE la nuova norma sulla sicurezza delle attrazioni, la EN 13814 è stata servita nella nuova edizione 2019, portandosi dietro tutta una serie di osservazioni, domande, richieste di chiarimenti e quant’altro in attesa di un Technical Report in cui tutte queste considerazioni trovino chiarimenti e soluzioni.
Premetto subito che questa norma a mio avviso non può essere “delegata” né tantomeno “subita” – ovvero considerata alla stregua del “se il cliente vuole qualcosa di nuovo me lo chiederà” – ma deve essere considerata “invasiva”. Va vissuta come occasione motivata per migliorare la cultura professionale, progettuale e costruttiva del costruttore in generale, ma anche professionale del singolo operatore, indipendentemente dalla funzione e compiti dello stesso.
L’aspetto che a mio avviso occorre sottolineare è che non si tratta di sola “carta”, ma di una situazione nella quale occorre “gestire” in maniera più organizzata, omogenea, comprensibile e tracciabile tutto il ciclo progettuale, produttivo e operativo dell’attrazione stessa.
Sono il primo a dire che la sicurezza non è proporzionale alla quantità di documentazione che si dedica ad un’attrazione. Sottolineo anche che la EN 13814:2019 lascia dei punti da definire e richiede notevoli chiarimenti su situazioni anche importanti. Sono comunque convinto che questa nuova norma, ove non subita ma vissuta, permetterà un approccio più completo alle problematiche tipiche delle attrazioni. Risulterà sicuramente facile affermare che nella norma la concezione tecnico-ingegneristico di alcuni paesi (favoriti dalle produzioni numericamente ridotte ma comunque di maggior singolo impatto economico) è prevalsa sulla concezione tecnico/artistico polivalente tipica di una produzione assolutamente importante numericamente ma comunque decisamente più ridotta per dimensione economica della singola attrazione. La nuova norma sicuramente porterà ad una diversa incidenza dei costi, incidenza decisamente più accettabile su una major ride che non in una piccola o media; ma considerata la lunga gestazione della norma, questo impatto a mio avviso può essere stato previsto, diluito e relativamente assorbito.
L’importante è non subire questa situazione, ma volgerla nella direzione decisamente più positiva di distribuire conoscenza e professionalità a tutti i livelli sia in fabbrica che negli uffici tecnici. Ed aggiungo anche negli uffici commerciali!
Infatti, specie nel periodo di transizione concordato (che termina il 31 maggio 2022), il famoso ‘commerciale’ (qui generalizzo sia in vendita che in acquisto) deve essere consapevole che possono esserci realtà diverse. Per esempio, un’attrazione di progettazione edizione 2004 ma costruita ottemperando il più possibile ai miglioramenti richiesti, o attrazioni totalmente edizione 2019 che occorrerà saper vendere/acquistare anche dal punto di vista economico.
L’importante è la chiarezza nel chiedere e nell’offrire da parte di chi compera e di chi vende. Sapendo comunque anche che l’attrazione edizione 2004 non è pericolosa, negletta o di scarso livello qualitativo. Raccoglie anni di esperienza, soprattutto produttiva, dimostrata da tante attrazioni che lavorano più che degnamente in tutto il mondo.
Articolo estratto da Games&Parks Industry Settembre 2019, pagina 132
Ing. Aldo Avancini / Proposta Srl / proposta_design@yahoo.it