La trasformazione dei parchi acquatici
12 Marzo 2020/ di Valerio Mazzoli /
Dal passato al presente, dagli Usa all’Italia passando per Canada e Asia: Valerio Mazzoli ci porta questo mese nel mondo degli acquapark.
È un momento molto difficile per parlare di entertainment e divertimento. Il mondo tutto sta combattendo contro un nemico invisibile, i popoli si sono uniti per proteggere il nostro pianeta senza più barriere di razze, religioni né ceti sociali, stretti insieme dalla volontà di vincere questo flagello dell’umanità.
Di questa emergenza ci sono notizie in abbondanza di tutti i tipi; ufficiali, false e tanto altro che è meglio non leggere. Certamente non sono la persona più adatta per quest’argomento molto delicato. ll mio ruolo è sempre stato quello di allietare e stupire i bambini e le famiglie, dedicandomi con passione e amore a inventare mondi fantastici per la spensieratezza di una giornata speciale.
In quest’articolo desidero parlare di parchi acquatici. In circa 30 anni questi hanno subìto grandi evoluzioni e cambiamenti. I primi acquapark con strutture d’intrattenimento nacquero come alternativa ai parchi a tema: l’investimento era notevolmente più basso, ma essendo il periodo di apertura molto breve anche i profitti risultavano molto inferiori. Fu Disney a inventare un nuovo tipo di parco acquatico: quello a tema! A Orlando, dentro al Walt Disney World Resort, rispettivamente nel 1989 e nel 1995, aprirono Typhoon Lagoon e Blizzard Beach, due parchi unici per quei tempi. Immerso nella neve (finta, naturalmente), Blizzard Beach aveva (ed ha tuttora) grandi emozioni di tutti i tipi con nuovi tipi di scivoli e attrazioni che partivano per la maggior parte dalla cima di un monte artificiale ‘innevato’ alto quasi 30m. Un ambiente tropicale caratterizza invece Typhoon Lagoon, con tanto di tifone che dà vita a una specie di tsunami che trascina i bagnanti per vari metri. In questa struttura fino al 2016 c’era anche una grande laguna, Shark Reef, dove si poteva nuotare in mezzo a piccoli squali innocui, razze e altri animali marini.
Con Typhoon Lagoon e Blizzard Beach ebbe inizio il grande sviluppo dei parchi acquatici. Ditte specializzate in impianti di piscine di tutti i tipi cominciarono a produrre giochi d’acqua, scivoli di tutti i tipi per grandi e piccole emozioni. Già negli anni Novanta mi capitò di visitare dentro all’Edmonton Mall di Alberta in Canada un enorme parco acquatico (il World Waterpark) che rimaneva operativo tutto l’anno; esiste tutt’ora e con i suoi quasi 20 mila metriquadri di superficie, è presentato come il più grande indoor waterpark del Nordamerica.
Oggi il mondo è sommerso di parchi acquatici a tema e la supremazia va ai parchi asiatici che occupano sette delle prime 20 posizioni al mondo per numero di visitatori nella classifica del ‘TEA AECOM Theme Index-The Global Attractions Attendance Report’ pubblicato l’estate scorsa e riferito al 2018. Asiatico è anche il primo classificato: il Chimelong Water Park di Guangzhou in Cina, che con 2.740.000 visitatori batte Typhoon Lagoon e Blizzard Beach, rispettivamente al secondo e terzo posto con 2.271.000 e 2.003.000 visitatori.
Certamente possiamo affermare che i parchi acquatici oggi non sono più un’alternativa meno costosa dei parchi a tema! Penso per esempio a Volcano Bay, un meraviglioso themed water park, parte dell’Universal Orlando Resort inaugurato nel 2017. Un progetto incredibile che si affaccia su una delle più importanti autostrade di Orlando, con un grande vulcano visibile a kilometri di distanza che sbuffa fumo e fiamme. In questo parco sono state utilizzate le tecnologie più sofisticate con il risultato di emozioni mozzafiato.
Certamente società come Universal o Disney possono realizzare progetti di un livello difficilmente raggiungibile. Ma diamo uno sguardo alle realtà italiane che sono poco meno di una ventina, alcune storiche come l’Aquafan di Riccione, l’Aqualandia (oggi Caribe Bay) di Jesolo, il Caneva Aquapark a Lazise, sul Lago di Garda.
L’anno scorso, durante l’annuale torneo di golf di beneficenza ‘Give Kids The World Village’, mio compagno di gara era il dott. Renato Lenzi, CEO dello Zoomarine di Torvaianica (Pomezia, Roma). Confesso che non conoscevo bene questa struttura e giocando tra una buca e l’altra ho avuto modo di scoprire questo parco acquatico rimanendone piacevolmente colpito perché a differenza di altre realtà italiane o europee, Zoomarine è anche (soprattutto, direi) parco di vita marina, vicino per capirci al modello dei SeaWorld. Non solo puro divertimento acquatico per famiglie con piscine, playground e scivoli acquatici, quindi ma anche una parte educational dedicata agli animali marini e incentrata su esperienze dirette con vari tipi di animali: grandi stadi dove tutti i giorni vengono presentate dimostrazioni educative coinvolgenti e divertenti, così come habitat interattivi dove si possono conoscere da vicino le varie specie che lì vivono e in alcuni casi anche interagire direttamente con loro in sessioni educative guidate da uno staff altamente qualificato. Allo stesso tempo il parco è anche ricco di attrazioni meccaniche, avendo una zona di vero e proprio parco a tema. Una struttura di questo tipo offre ad un più vasto pubblico la possibilità di varie esperienze non solo acquatiche: una bella proposta in un mercato che in tanti casi si sta saturando con idee sempre più ripetitive e spesso banali, e che ricorda a noi che di mestiere facciamo i creativi che non dobbiamo mai smettere di cercare novità e di precedere i tempi.
Articolo estratto da Games&Parks Industry Marzo 2020, pagina 74
Valerio Mazzoli / theme park & attraction designer / info@valeriomazzoli.com