Newsletter marketing
3 Marzo 2020/ Per una buona fidelizzazione azienda-cliente /
Cari amici e colleghi, per una buona strategia di marketing bisogna integrare e far dialogare tra di loro i vari strumenti di marketing scelti per il proprio business, le cosiddette “leve”. Per fare degli esempi, sono leve aziendali il sito, il blog, la chat esterna con il cliente tipo WhatsApp, lo smart working per le assistenze, i social network (Facebook, Youtube, Instagram), pubblicazioni di articoli o pubblicità nelle riviste di settore, depliant e brochure da distribuire agli eventi fieristici.
Per molti queste leve potrebbero bastare, se corredate da una buona grafica e un buon content management. In realtà c’è uno strumento che potrebbe fare davvero la differenza se usato nel modo giusto: la newsletter. Tendiamo a non prendere spesso in considerazione questa leva di marketing perché il più delle volte per noi la cartella “Promozioni” della casella di posta equivale a una seconda cartella “Spam”. L’atteggiamento più diffuso è quello di selezionare tutto e cancellare le mail senza nemmeno vedere di che si tratta. La nostra mente, bersagliata continuamente da pubblicità e messaggi promozionali, si chiude a riccio: la nostra attenzione è satura. Allora perché considerare la newsletter una leva strategica della comunicazione aziendale? La newsletter è un tipo di DEM (Direct Email Marketing) che presenta sicuramente benefici e svantaggi come qualsiasi elemento con cui siamo abituati a interfacciarci tanto nel marketing quanto nella vita in generale.
Contattare un cliente significa aprirsi un canale per comunicare con lui, cercando di attirare la sua attenzione e rompere quell’area di impassibilità verso i messaggi esterni. Bisogna sfruttare ogni momento, trasformandolo in quello “giusto” per mettere in risalto l’azienda e i suoi prodotti, convogliando le visite verso le piattaforme più coerenti agli obiettivi aziendali del momento (video, pagine social, sito web). Questo non vuol dire che dobbiamo inviare 20 newsletter al mese, altrimenti come detto prima la nostra news andrà direttamente nel cestino. Consideriamo poi anche che qualsiasi piattaforma ci permetta l’invio massiccio delle mail, in ottemperanza alla legge internazionale sulla privacy prevede anche che alla fine di ogni mail ci sia obbligatoriamente il pulsante “Unsubscribe”. Cliccato questo, il nostro potenziale cliente sarà perso, e questo succede proprio quando esasperiamo i nostri contatti (mettetevi per un attimo nei loro panni e capirete).
La newsletter quindi deve essere un modo per fidelizzare il cliente con comunicazioni di interesse e che permettono di far percepire al cliente la nostra attenzione costante verso le novità del mercato. Ciò lo farà sentire al centro delle attenzioni dell’azienda, dandogli la sensazione di un contenuto cucito su misura per lui.
Un mezzo importantissimo per capire se la nostra strategia di comunicazione sta avendo successo sul mercato è quello di analizzare attentamente i report analytics delle campagne inviate. Quasi tutte le piattaforme di maggiore rilievo rappresentano con dei grafici dettagliati tutte le informazioni che ci servono per capire il livello di gradimento delle nostre newsletter. È un lavoro molto lungo ma indispensabile. Alcuni esempi di importanti informazioni che si possono reperire? Quanto tempo intercorre tra l’invio e l’apertura della mail; se il nostro destinatario clicca tutti i link correlati; quante volte riapre la mail e molte altri. Quando il potenziale cliente inoltrerà la nostra mail o addirittura riceveremo da lui una risposta vorrà dire che abbiamo ottenuto il massimo.
Oscar Giacomin / General Manager, Facto Edizioni
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