Vendite al massimo, sicurezza al minimo

Vendite al massimo, sicurezza al minimo

11 Settembre 2020 Off Di Facto Edizioni

/ di Aldo Avancini /

I monopattini elettrici furoreggiano, ma quanti li usano nel modo corretto? L’Ing. Avancini guarda la realtà italiana e ne trae delle riflessioni  /

Ing. Aldo Avancini / Proposta Srl

Sono appena rientrato da una parentesi operativa in quel di Germania, e ripensando a quanto ho visto (non molto, purtroppo, visto che sono rimasto lì pochissimi giorni) mi vengono due considerazioni che voglio condividere con voi.

La prima riguarda la gran mole di lavori infrastrutturali in cui sono alacremente coinvolte le maggiori società, vorrei dire lavorando come castori in modo continuo, fattivo, efficace e soprattutto organizzato. Ma questa considerazione esula dal nostro settore.

La seconda riguarda il gran numero di monopattini elettrici che circolano nella nazione: beninteso, (quasi sempre) nelle corsie dedicate, (quasi sempre) nel pieno rispetto del traffico e soprattutto dei pedoni, e con una certa propensione all’utilizzo di strumenti protettivi, nonostante la calura.

Rientrato in Italia, in una normalissima città del Nord, in condizioni di piena sicurezza (giornata di pieno sole, traffico inesistente, percorso rettilineo, ecc.) mi sono affiancato con la mia auto ad un monopattino elettrico ‘italico’, misurando sul mio tachimetro per lo stesso una velocità costante di 40km/h.

Confesso di non sapere con esattezza i limiti legali di utilizzo di questo veicolo ed in particolar modo il limite di velocità ammesso; ma dal confronto Germania-Italia emerge che, mentre in Germania di fronte al mancato rispetto delle norme specifiche l’obbligo di targa permette un celere riscontro e l’identificazione del trasgressore e/o della parte negligente in caso di incidente, in Italia, dove targhe sui monopattini non ce ne sono, tutto questo è impossibile. L’unica identificazione che mi viene in mente si riassume in: “Maschio, bianco, capelli neri brizzolati, longilineo, 175cm per 70kg, pantaloni neri e camicia bianca, nessun caschetto né giubbetto”. Sottolineo il differente approccio e la diversa facilità e velocità di riconoscimento.

Non mi voglio dilungare, ma chiedo a voi lettori: secondo voi, viaggiare a 40km orari praticamente senza alcuna protezione (se non quella del proprio angelo custode) è accettabile? Io dico di no, pensando anche a possibili situazioni negative di pericolo e incidente: dallo scontro con un’auto alla caduta senza altre concause con fermata brusca contro un ostacolo fermo, dalla caduta come sopra ma con fermata per attrito su asfalto (normalmente abbastanza abrasivo, specie se chi è sul monopattino è privo di indumenti protettivi) alla caduta indipendente con frenatura su superficie agricola (che tutto sommato sarebbe la meno grave per la salute del conducente). Riteniamo che le conseguenze di questi fatti siano accettabili? E non entriamo nel merito dei problemi giudiziari!

Ora immagino le critiche, anche violente ma soprattutto giuste, ove si proponesse per le attrazioni una velocità del singolo ospite senza alcun sistema di contenimento o qualsivoglia protezione, per velocità prossime ai 40km orari – che per inciso sono valori superiori a 11 m/sec! – e questo senza tener conto dell’ambiente circostante. Ambiente che sarebbe di importanza notevolissima in caso di caduta! Per fortuna, la sicurezza è il primo e fondamentale obbiettivo di tutti i controlli che Comuni e province eseguono applicando controlli e sistemi procedurali importanti.

Quello che più mi stupisce è che come conseguenza dei primi incidenti con monopattini elettrici, alcuni già avvenuti, si aprirà un vaso di Pandora da cui usciranno verdetti come “Bisogna studiare il problema”, “Occorre approfondire le ragioni di simili comportamenti” e ancora “Le autorità sono molto attente al tema”. E alla fine scommetto che si arriverà ad un comitato (mai di esperti) che si proporrà come scopo ultimo quello di educare i monopattinisti. Ma prima di essere monopattinisti, questi individui non sono cittadini che dovrebbero essere educati da famiglia e scuola?!.

Alla prossima. 

Article extracted from Games&Parks Industry September 2020, page 92

Ing. Aldo Avancini /  Proposta Srl / proposta_design@yahoo.it