Aumentare la portata dei tuoi post su Facebook: ecco come
3 Maggio 2021La copertura dei tuoi post su Facebook è sempre molto bassa? La colpa è dell’EdgeRank, l’algoritmo di Facebook che determina la visibilità di un post all’interno del newsfeed, ovvero la cosiddetta “reach”. Sembrerebbe che la strategia di Zuckerberg & Co. sia quella di abbassare volutamente la portata dei post per monetizzare l’enorme potenziale della propria vetrina online. Facebook spinge quindi aziende e professionisti a indirizzare investimenti nelle Facebook ADS per aumentare la visibilità e l’engagement. Fortunatamente, però, pagare non è l’unico modo per raggiungere la propria fanbase.
Per aumentare la visibilità su Facebook, esistono dei metodi, o meglio ancor un cocktail di suggerimenti, che, se sapientemente mixati, possono aiutare ad aumentare la reach dei tuoi post e quindi della tua pagina.
Usando una semplice logica si potrebbe erroneamente pensare che pubblicare più post voglia dire automaticamente più visibilità. La soluzione al problema della poca visibilità sarebbe dunque quella di pubblicare in maniera massiccia. Purtroppo non funziona così, ed eccedere con post di dubbia qualità significa annoiare l’utente, scatenando effettivi negativi. La qualità viene prima di tutto! Le pubblicazioni noiose sono la prima causa di abbandono della pagina aziendale da parte dei fan.
Inoltre, per avere una pagina sempre varia, ti consiglio di alternare i contenuti e studiare quelli che meglio funzionano con la tua audience. Link, video, foto e anche status testuali, all’occorrenza. Sui contenuti di qualità da pubblicare sui social, Spidwit può essere un valido aiuto: propone ogni giorno nuovi contenuti tematici di qualità e fornisce tutti gli strumenti per pubblicarli e programmarli sui tuoi social in maniera rapida.
Come tutti sanno, esistono tre forme di interazione su Facebook (Like, commento e condivisione), tutte e tre molto importanti in termini di reach. Le condivisioni hanno un’evidente efficacia sul ciclo di vita del contenuto, ovvero generano nuove visualizzazioni che vuol dire nuove possibilità per nuovi like, commenti e… condivisioni. E se le cose si mettono davvero bene, si può cominciare a parlare di viralità. C’è differenza tra un contenuto che si presta a raccogliere Like ed uno che invece stimola la condivisione. Senza esagerare, puoi essere tu stesso a invitare gli altri alla condivisione.
Chi utilizza Facebook non ama ricevere in continuazione offerte commerciali. Quindi se pubblichi contenuti esclusivamente promozionali otterrai l’effetto opposto a quello sperato. Le persone non interagiranno e di conseguenza il temibile algoritmo EdgeRank ti penalizzerà. Se proprio vuoi farlo, innanzitutto non esagerare con il numero di post promozionali, e comunque sforzati di creare offerte interessanti, utilizzare creatività grafiche ben fatte o storie ben costruite per raccontare queste pubblicità.
Il video marketing, ormai è chiaro a tutti, è un trend in continua crescita che non è più possibile ignorare. Da un lato è vero che Facebook spinge i video anche a livello di algoritmo per le visualizzazioni, ma i video hanno anche due pregi innegabili. Il primo è che la gente ha sempre più bisogno di contenuti che gli rendano facile la fruizione, dall’altro l’autoplay, con il video che parte in automatico, attira maggiormente l’attenzione rispetto ad un’immagine statica.
La preview avviene solo con video caricati direttamente su Facebook e non con i link esterni verso YouTube, Vimeo o altri motori di condivisione video. Quindi insieme al consiglio di realizzare video interessanti ed educativi per la tua fanbase, ti consiglio di caricarli direttamente su Facebook.
È anche importante coinvolgere il proprio pubblico e per farlo ci sono molti modi, il più semplice dei quali può essere quello di porgli delle domande. Una domanda su un post Facebook aumenta la possibilità di ricevere commenti, che hanno un grande valore nel calcolo dell’EdgeRank. E quindi sulla portata dei tuoi post. E (come sempre consiglio) sii poi pronto e rapido nel commentare le risposte e rispondere a tua volta ad altri dubbi, domande o approfondimenti che verranno fuori.
Un altro modo per coinvolgere è quello di chiamare in causa altri utenti della rete o altre pagine, taggandoli: ad esempio l’autore di un articolo oppure un influencer che può essere interessato al tema. Non esagerare però con questa pratica perché può essere considerata fastidiosa da alcuni utenti.
Oscar Giacomin / General Manager, Facto Edizioni
© Riproduzione riservata