Cosa non si farebbe per una firma!
2 Marzo 2021/ di Aldo Avancini /
Riflessioni amare di Aldo Avancini /
Da grandissimo appassionato di storia quale sono, ricordo come il simbolo delle forze corazzate fosse un triangolo diviso in colori, a simboleggiare un necessario equilibrio fra l’armamento (la capacità di offendere), la corazzatura (la capacità di resistere alle offese) e la mobilità (la capacità di evitare le offese e tirarsi fuori da eventuali impacci con celerità), senza ovviamente mai che l’una prevaricasse le altre.
Un triangolo equilatero potrebbe essere anche la figura geometrica che meglio rappresenta l’attività professionale di chi si occupa della progettazione, costruzione e collaudo di attrazioni destinate, principalmente ma non solo, a installazioni fisse come i parchi. Un triangolo, i cui tre lati rappresentano i pilastri del suo operato: l’ingegneria (conoscenza tecnica teorica), la difesa dell’utilizzatore (conoscenza tecnica applicata nelle fasi costruttive, per assicurarsi che gli ospiti vadano al parco per divertirsi, e ci riescano senza problemi) e la difesa a lungo termine del costruttore.
Mi voglio soffermare proprio su questo terzo punto: difesa e supporto a lungo termine del costruttore, piuttosto che una sua difesa sciocca e vuota, fine solo a se stessa, nel brevissimo termine!
Intendo dire che a volte al proprio committente bisogna anche spiegare COSA gli si vende, l’ingegneria progettuale, la professionalità produttiva, al punto da riuscire a dire ‘No’ a fronte di richieste non ponderate o poco ponderate, anche a scapito o a rischio di perdite economiche (l’integrità professionale avrà pure un valore!!).
Purtroppo vedo che per recepire richieste non totalmente comprensibili, c’è chi ricorre a motivazioni vuote, a volte magari per una temuta riduzione della propria visibilità personale. Ci sono persone che non disdegnano di prendere posizioni che danneggiano il committente dell’attrazione, facendo perdere soldi (ma si recuperano) e tempo (che non si recupera) al solo fine di apparire. Atteggiamenti del genere credo sviliscano non solo il concetto di committente e soprattutto di costruttore, ma anche tutta una serie di personalità professionali che lavorano con correttezza e competenza. Pensare, ma soprattutto far pensare, che l’unico obbiettivo sia la tanto agognata ‘firma’ sul contratto è assolutamente riduttivo della funzione di supporto tecnico al cliente. L’obbiettivo non deve essere la firma, ma la funzionalità e sicurezza dell’attività.
Non solo, ma supportando il proprio cliente-costruttore nel raggiungimento di un obbiettivo distorto, si fa il suo male, lo si danneggia. Riempirsi la bocca osannando chi ha controllato perfino le griglie di aspirazione (ma sappiamo cosa ha tralasciato?) sembra voler quasi accalappiare un po’ di luce riflessa! Disquisire dottamente di sicurezza, a cosa serve? Io preferisco confontarmi con la mia coscienza e posso assicurare che è un giudice molto severo.
Un’ultima annotazione. Osservo che con questo mal operare si bypassano con più leggerezza alcune leggi piuttosto che norme. Non sarà che nelle decine di migliaia di leggi si può trovare tutto e il contrario di tutto, mentre la norma è chiara, e fissa limiti spesso numerici che sono quindi molto difficilmente ‘manipolabili’?
Articolo estratto da Games&Parks Industry Marzo 2021, pagina 76
Ing. Aldo Avancini / Proposta Srl / proposta_design@yahoo.it
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