
Focus sulle torce
11 Gennaio 2021/ di Aldo Avancini /
L’ing. Avancini si sofferma questo mese sulla saldatura a filo, un procedimento di saldatura sviluppato dopo la Seconda Guerra Mondiale che negli anni ha assunto un peso sempre crescente in termini di prodotto saldato /

Escludendo alcuni materiali metallici nobili (inox e titanio nelle loro varie leghe), oggi la gran parte delle unioni permanenti fra elementi in acciaio viene eseguita usando la tecnologia della saldatura ad arco elettrico con elettrodo continuo (filo) protetto da gas, detta comunemente “saldatura a filo”. Di fatto questa tecnologia, con la citata esclusione delle leghe nobili, ha ormai soppiantato la tecnologia dell’elettrodo rivestito, specie nelle lavorazioni in cui il tempo costituisca un valore essenziale.
Tenere sotto controllo i parametri di saldatura diventa un fattore determinante per mantenere la corretta qualità e avere garanzia di prestazioni; in entrambi i casi le torce, manuali o robotizzate, costituiscono elementi fondamentali per ottenere il risultato voluto.
Oggi sono disponibili sia torce raffreddate ad aria che raffreddate ad acqua; utilizzo il nome “torcia” in quanto, innescato l’arco, è lo stesso che illumina la zona coinvolta nella saldatura.
Vorrei fare alcune considerazioni in merito a questi strumenti, partendo dall’identificazione della torcia. Innanzitutto, la resa dichiarata nominale vale per brevi tratti di cordone o comunque per un non eccessivo uso continuato, mentre per lunghi tratti si sarà costretti a prevedere un utilizzo ridotto. Questo in quanto l’utilizzo eccessivo crea il surriscaldamento del gas, che ha difficoltà a proteggere sia il fuso che il materiale surriscaldato! Cosa significa questo? Che se per saldature brevi (tackwelding) posso usare un ø unitario, per lunghi tratti di saldatura è opportuno “perdere” un 10÷15% della capacità nominale.
Analogamente, si pensi che attraversando la guaina guidafilo ed il cavo portacorrente, il gas si raffredda, riscaldandosi immediatamente all’uscita; quindi la parte maggiormente sollecitata termicamente è l’uscita della torcia, che diventa oggetto di controllo accurato in quanto alla temperatura elevata si aggiunge il continuo apporto di spruzzi metallici in una zona sollecitata anche da forti scariche elettriche. Si sottolinea come questi spruzzi metallici si depositino all’uscita del diffusore, in particolare nei bordi dello stesso.
Un corretto flusso di gas (indicativamente 18/20 l/minuto) ed altri accorgimenti, quali il non creare curve troppo accentuate nel cavo, magari avvolgendolo attorno al proprio corpo, evitano l’insorgere di difficoltà nello scorrimento del filo. Occorre anche ricordare che, se viene rilevata una difficoltà nella continuità di alimentazione del filo, evidenziata immediatamente da una non costanza del bagno, la prima cosa a cui pensare è proprio il percorso del filo.
Si dovrà invece evitare di aumentare automaticamente la pressione sui rulli di alimentazione. Quest’azione ha effetti negativi: aumenta lo stress meccanico lungo tutto il filo, modificandone nei casi peggiori la sezione che da circolare assume una forma quasi ellittica, creando quindi ulteriore attrito in uscita, e peggiorando così il risultato positivo che si voleva ottenere.
Inoltre in caso di filo ramato, può presentarsi la situazione in cui la ramatura si stacca per azione meccanica sul filo stesso, con queste minuscole briciole di rivestimento che vanno a incastrarsi o nelle curvature eccessive o all’uscita del filo con conseguenze negative sulla qualità del bagno.
Articolo estratto da Games&Parks Industry Gennaio 2021, pagina 76
Ing. Aldo Avancini / Proposta Srl / proposta_design@yahoo.it
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