Parchi a tema: il posto più felice sulla Terra… se hai la taglia giusta
1 Dicembre 2021/ di Domenico Matarazzo /
/ Tra lockdown, inflazione e festività natalizie ci si muove di meno e si mangia di più e peggio. Il risultato è la crescita del numero di persone obese. Per loro, l’esperienza in un parco divertimenti può essere dolorosa. Ecco i problemi e alcune iniziative per risolverli /
Nei parchi di divertimento, vicino all’imbarco di molti coaster c’è una postazione che gli ospiti sono invitati ad utilizzare per verificare se con la loro stazza possono entrare nelle vetture. In questa zona non è raro osservare scene in cui persone obese cercano di entrare nel sedile e scoppiano in una risata mentre lottano per farlo. La situazione in realtà non è affatto divertente per chi la vive. Dietro quelle risate nervose, secondo gli studi, c’è una reazione disperata dei soggetti che emerge quando questi vengono umiliati pubblicamente: prima durante il tentativo di sedersi, poi quando sono costretti ad allontanarsi.
Questi ospiti pagano lo stesso prezzo degli altri visitatori per il biglietto d’ingresso, eppure non possono godere delle stesse esperienze. Molto probabilmente questo tipo di scene si verificheranno più frequentemente in futuro e chi gestisce i parchi dovrebbe iniziare a pianificare di conseguenza. Con i lockdown, l’isolamento sociale e le restrizioni causate dalla pandemia, i luoghi tradizionali per le attività fisiche, come palestre e strutture ricreative all’aperto, hanno avuto molti meno frequentatori. A queste restrizioni si aggiungono ora l’inflazione, i prezzi più alti e le festività natalizie che spingeranno le persone a mangiare di più ma anche a consumare cibo più economico e meno salutare. Il risultato è l’aumento del segmento della popolazione obesa e, con esso, il numero di visitatori che non possono accedere a coaster o potrebbero subire umiliazioni in altri spazi pubblici nell’ambito di un parco.
I dati attuali mostrano che le persone obese costituiscono circa il 36,5% della popolazione adulta negli Stati Uniti e le tendenze attuali indicano che questo tasso è in aumento. Secondo i dati dell’International Association of Amusement Parks and Attractions (IAAPA), ci sono più di 400 parchi a tema, parchi di divertimento e attrazioni di grosse dimensioni negli Stati Uniti e circa 300 in Europa. Questi accolgono rispettivamente 375 milioni e 161 milioni di visitatori l’anno. Se la percentuale di visitatori obesi nei parchi a tema corrisponde a quella della popolazione generale, allora un terzo di tutti gli ospiti sono obesi.
Alcuni parchi stanno già affrontando il problema offrendo menu più sani, sostituendo ad esempio hamburger, hot dog e cosce di tacchino fritte con alternative senza carne, uova e latticini. Uno di questi parchi è Disneyland in California che è stato recentemente riconosciuto dall’associazione animalista PETA (People for Ethical Treatment of Animals) come il “parco di divertimenti più vegano d’America” e come il “luogo più felice della Terra per i giovani vegani”. Al di là di menu più salutari, tuttavia, il numero di studi sul rapporto obesità-parchi a tema è molto basso, e ciò indica che ricercatori e manager hanno prestato poca attenzione a questo segmento di visitatori che è invece in rapida crescita.
Per risolvere il problema serve uno sforzo maggiore e ben coordinato. Questa è l’opinione del governo del Regno Unito che ha messo insieme un piano pilota nazionale anti-obesità che vede coinvolti in qualche misura anche i parchi di divertimento. L’anno prossimo il governo britannico lancerà un’app che mira ad aiutare le persone a cambiare in meglio la loro dieta ed attività fisica. I partecipanti indosseranno un dispositivo simile ad un Fitbit che fornirà consigli personalizzati sulla salute, su come aumentare il numero di passi giornalieri, mangiare più frutta e verdura e ridurre le porzioni. Il piano include anche attività organizzate per promuovere l’attività fisica, come corse nei parchi, e l’andare a piedi al lavoro o a scuola.
L’app potrebbe anche essere utilizzata per monitorare la spesa nei supermercati, premiando coloro che riducono l’apporto calorico e acquistano invece cibi più sani. Ognuna di queste attività sarà premiata con dei punti nell’app, così come avviene per le miglia che otteniamo quando viaggiamo con una compagnia aerea. Non è un caso che una delle menti dietro il piano sia Sir Keith Mills, l’imprenditore di Airmiles e Nectar, due programmi fedeltà molto popolari nel Regno Unito. I partecipanti riceveranno punti per le abitudini sane e questi potranno essere convertiti in premi che potranno includere accessi a palestre, capi d’abbigliamento, buoni pasto, e sconti per negozi, cinema e anche parchi a tema.
HeadUp Systems è la società che si è aggiudicata il contratto per sviluppare l’app e gestire i tre milioni di sterline che il Ministero per la Salute e l’Assistenza Sociale ha predisposto per gli incentivi e i premi ai partecipanti. Incentivi e ricompense sono componenti chiave del programma in quanto studi sui consumatori rivelano che gli incentivi economici aumentano l’attività fisica e ispirano un’alimentazione più sana tra i soggetti. Il Regno Unito ha uno dei peggiori record di obesità tra i paesi dell’Europa occidentale, con due adulti su tre in sovrappeso o obesi, e un bambino su tre che raggiunge questo stadio già quando lascia la scuola primaria. I benefici che derivano dal rimanere in forma sono innumerevoli e ben noti, ma l’obiettivo del governo britannico è anche quello di ridurre la pressione sul prestigioso NHS, il Servizio Sanitario Nazionale. Secondo i conti del ministero, le malattie legate all’obesità costano al NHS sei miliardi di sterline all’anno.
Il progetto pilota verrà lanciato a gennaio 2022 e durerà sei mesi in una località in Inghilterra ancora da stabilire. Successivamente, i ministri sperano di implementare il programma a livello nazionale.
Mentre i parchi di divertimento generano tonnellate di dati utili per le ricerche nel settore, non esiste una grande letteratura sull’esperienza vissuta dai visitatori il cui corpo è un ostacolo al pieno godimento delle strutture. In un primo progetto realizzato nel 1992, erano stati identificati tre livelli di esperienza del parco a tema che rappresentano un quadro di riferimento per studi successivi: l’intenzione dei visitatori a partecipare, l’esperienza in relazione agli altri visitatori e l’interazione con il personale.
Più recentemente i ricercatori del Dipartimento di Gestione e Turismo Alberghiero dell’Università di Negev in Israele e del programma di gestione dell’ospitalità e del turismo presso il Virginia Tech negli USA, hanno utilizzato questo riferimento per condurre uno studio esplorativo. Il progetto è stato di dimensioni limitate con solo 14 intervistati, ma ciò che lo rende rilevante è il fatto che tutti loro hanno concordato in pieno su problemi ed esperienze che hanno affrontato durante la visita ad un parco a tema. Il primo obiettivo di questo progetto era proprio di identificare i problemi, il secondo obiettivo era di indicare le soluzioni.
Per quanto riguarda i problemi, non sorprende che per gli obesi sia più difficile percorrere lunghe distanze tra le attrazioni del parco e aspettare a lungo in coda, rispetto ai visitatori senza problemi di peso. L’obesità non è ufficialmente classificata come disabilità e quindi i visitatori con questo problema non possono usare le file riservate alle persone con disabilità o i golf cart per muoversi. Il problema principale, comune a tutti gli intervistati, è però la forte sensazione di umiliazione, causata principalmente dall’impossibilità di salire in giostra (a causa dei sedili piccoli o delle barre di sicurezza troppo corte), e dall’invito, vissuto come un insulto, a lasciare la fila, il tutto di fronte ad altri visitatori. Questa richiesta risulta particolarmente imbarazzante se ricevuta di fronte ai propri figli. I partecipanti allo studio hanno usato, per descriverla, parole come “umiliante”, “imbarazzante”, “devastante” e “volevo piangere”. La situazione è particolarmente difficile da gestire quando i bambini non sono ammessi in giostra se non accompagnati da un genitore, o quando i bambini vogliono salirci solo con mamma e papà.
Alcuni dei commenti riportati dalle vittime di questo trattamento mostrano come l’esperienza possa avere effetti a lungo termine. Per alcuni “ha rovinato l’intera vacanza”, per altri è stata una “ferita difficile da guarire” o “un ricordo doloroso”. Ad aggravare la situazione, alcuni hanno ritenuto che le persone in fila sembrassero felici di vedere le persone obese e i loro figli esclusi, come se l’allontanamento dalla fila fosse socialmente accettabile e giusto. Per alcuni, la reazione potrebbe anche essere motivata dal fatto che gli individui obesi siano percepiti come destinatari di aiuti finanziari dal Governo pagati però dai contribuenti. Le soluzioni a questi problemi non dovrebbero quindi essere esaminate solo dal punto di vista della capacità di un individuo ad accedere a un’attrazione, ma anche in termini di rispetto e accettazione da parte degli altri.
Nella ricerca sono state incluse anche alcune soluzioni che…
Continua a leggere Games & Parks Industry Dicembre 2021, pagina 34
Foto Credit: orlandoinformer.com
© Riproduzione riservata