Il fattore sociale

Il fattore sociale

3 Marzo 2023 Off Di Facto Edizioni

/ Il mondo del leisure impara a sfruttare il nostro bisogno di contatto sociale: in crescita il competitive socializing /

Dopo anni di lockdown e distanziamento sociale, il bisogno di contatto sociale è sentito più che mai. Però non stiamo parlando di sociale nel senso di social media: qui è in gioco la socializzazione nel suo senso più antico, con l’interazione faccia a faccia in un ambiente fisico e la creazione di quei legami interpersonali che sono le fondamenta stesse della società. Non sorprende dunque che nel mondo del leisure si assista a una crescita di attività che rispondono a questo bisogno: dal minigolf al lancio dell’ascia, dai giochi da tavolo alle escape room, è tutto un susseguirsi di proposte che permettono alle persone di riunirsi in un ambiente adatto alla socializzazione.

Questa tendenza è stata chiamata in vari modi: “social entertainment”, “socialized gaming”, “competitive gaming”, ma il termine più diffuso è “competitive socializing”. Alcuni esperti hanno provato a delimitare l’uso di queste varie etichette per descrivere rami interni di questa tendenza generale (sostenendo per esempio che il “socialized gaming” includerebbe la componente food & beverage mentre il “competitive gaming” sarebbe più focalizzato sull’aspetto del gioco in sé); a noi, però, sembra che il termine “competitive socializing” si possa usare in senso più generale, per includere tutta la varietà di proposte che cercano di rispondere a uno stesso bisogno di socializzazione con una qualche forma di intrattenimento.

Che cos’è allora il competitive socializing? È una forma di intrattenimento con una componente competitiva e un forte aspetto di socializzazione. Sono giochi che si fanno in gruppo, con un ritmo lento che permette ai partecipanti di chiacchierare e di legare tra loro durante una partita. Nella maggior parte dei casi, i partecipanti giocano a turno, il che permette ai compagni di squadra e agli avversari di osservare e commentare la giocata, e questo “feedback” da parte degli altri giocatori è tanto rilevante quanto i risultati in sé. In genere in queste attività è compresa anche la condivisione di qualcosa da mangiare, perché la tendenza a socializzare a tavola è uno degli aspetti che ci rendono umani.

Ci sembra importante menzionare anche altri due fattori. Da un lato, queste strutture non dimenticano certo l’esistenza e la rilevanza dei social media nel mondo odierno, perciò c’è una forte tendenza a creare spazi con un design piacevole e “instagrammabile”, in modo da incoraggiare i partecipanti a scattare foto da condividere sui social. L’altro aspetto è quello dell’offerta ristorazione: come abbiamo detto, il cibo è un elemento essenziale nella socializzazione umana, ma le strutture dedicate al competitive socializing offrono un valore aggiunto con menù gourmet di altissima qualità. Di più, stanno attente a fare in modo che l’ordinazione e il consumo degli alimenti non distragga o allontani le persone dal gioco: per esempio usano codice QR o altre piattaforme interattive per le ordinazioni e consegnano le portate direttamente nel luogo di gioco, così nessuno si perde neanche un istante della partita.

Stando a dati raccolti da Kam Media, azienda britannica che si occupa di ricerche di mercato, il competitive socializing è apprezzato soprattutto dalle generazioni più giovani (vorrebbe parteciparvi il 47% dei Gen Z e il 60% dei Millennial), ma ha ampio successo con gruppi di tutte le età, perché è una bella opzione per passare del tempo insieme in modo interattivo, e quindi è ideale per famiglie e team-building aziendali. Nelle prossime pagine vi racconteremo in maggior dettaglio alcuni esempi di competitive socializing (soprattutto i più insoliti) emersi a Londra, che attualmente è una delle fucine più attive di proposte in questo settore.

TOCA Social

Da tempo immemore le amicizie si creano e si disfano parlando di calcio, ma quante persone sono anche capaci di giocare davvero? All’interno della famosa O2 Arena a Londra, TOCA Social offre oggi quello che è stato definito “il primo concept di intrattenimento social dedicato al calcio”, che permette a tutti di divertirsi, indipendentemente dalle loro capacità con il pallone.

La struttura offre 17 box immersivi, tre bar di altissimo livello, due spazi per selfie, e molto altro. Ma è la modalità di gioco che fa la differenza e trasforma TOCA Social in un luogo dove possono partecipare tutti, non solo i veri appassionati. Lo studio di game design Preloaded, già premiato ai BAFTA, ha sviluppato una serie di giochi ispirati al calcio ma a bassa intensità, divertenti e intuitivi da giocare: i partecipanti possono gareggiare nel dividere atomi, ribaltare obiettivi di alto valore o prendere a pallonate in faccia i loro amici.

Per quanto riguarda la ristorazione, TOCA Social ha dato il tutto per tutto, con uno chef formato Michelin, una sala dedicata per i dessert, cocktail a tema calcistico e ordinazioni tramite QR code. “Naturalmente in un’esperienza di competitive socializing le persone sono in un box a giocare e non sempre è facile fare un’ordinazione”, ha affermato Stephen Plumer, direttore marketing di TOCA Social. “Togliendo questo ostacolo speriamo di aumentare gli introiti F&B e di rendere le ordinazioni più semplici possibili per i nostri ospiti”.

Clays

Negli ultimi anni si sono visti sempre più sport replicati in versione virtuale e immersiva. Oggi Clays ha fatto lo stesso con lo sport olimpico del tiro a volo.

Con due sedi a Londra, Clays unisce un’esperienza di ristorazione e cocktail di alto livello con i simulatori di tiro a volo sviluppati da Trigger Group, che permettono ai giocatori di fare a turno per sparare con riproduzioni di fucili a un piattello virtuale sparato in aria. I gruppi di partecipanti hanno a disposizione spazi semi-privati attrezzati con fucili realistici, schermi enormi e due schermi interattivi più piccoli da usare per impostare il gioco e per ordinare da mangiare. Il simulatore poi offre tutta una serie di giochi diversi, a partire da quello di base con cui ci si familiarizza con il fucile e con il sistema di gioco, per arrivare a una sequenza di giochi diversi che si possono giocare da soli o in squadra per guadagnare punti.

“L’esperienza rende il tiro a volo accessibile a tutti in un ambiente sociale e divertente”, si legge su una recensione di Thrill Nation. “La scelta di giochi diversi mi ha piacevolmente sorpreso, perché mantiene la freschezza dell’esperienza. Il gioco ha davvero permesso al nostro lato competitivo di emergere!”

F1 Arcade

Unire simulatori di guida e socializzazione? L’idea può sembrare bizzarra, ma è proprio quello che ha fatto il marchio F1 Arcade, e con discreto successo. La prima sede, aperta nel cuore di Londra a novembre 2022, offre 60 simulatori che gli utenti possono usare per correre sui circuiti di Silverstone, Monza, Bahrain e Spa.

F1 Arcade è stato sviluppato dal pioniere del competitive socializing Adam Breeden (cofondatore di Puttshack, Flight Club e Bounce), e grazie alla sua esperienza ha di che attirare sia i patiti della F1 (o dei simulatori di guida), sia i principianti. I simulatori sono full-immersion, con effetti audio-video e di movimento, e il sistema di gioco offre una serie di possibilità aggiuntive, quali profili personali, competizioni speciali, corse individuali, di squadra e tutti contro tutti, nonché varie modalità per tutte le età e le capacità di gioco. E se qualcuno si stufa di guidare, non mancano le attrattive anche per i semplici spettatori.

“L’esperienza da spettatore è così profonda che anche quando non stai gareggiando c’è comunque di che essere interessati e coinvolti”, ha commentato Breeden in un’intervista a ‘The Independent’. E ha aggiunto: “Nelle corse automobilistiche c’è qualcosa che va oltre ogni altra esperienza che io abbia fatto finora; è qualcosa che parla a un istinto primordiale dell’essere umano, alla voglia di essere più veloci di tutti”.

Fairgame

Aperto a Canary Wharf a ottobre 2022, Fairgame porta qualcosa di nuovo nel competitive socializing: un concept basato su un luna park immersivo.

Questo spazio enorme, segnalato da una gigantesca paperella gialla in gomma, propone una serie di giochi da luna park in forma reinventata (come Phoney Island, che è una nuova versione del tiro alle anatre, e Circus Freak, dove si usa una pistola ad acqua per sospingere una testa di clown e farla salire più in fretta rispetto a quella degli avversari). Tutti i giochi sono attrezzati con una tecnologia RFID innovativa su dispositivi indossabili e collegati a un’app che calcola i punteggi di ciascun giocatore. La struttura offre un’esperienza nostalgica abbinata alla possibilità di gareggiare contro amici, parenti o colleghi, contendendosi premi (inclusi peluche giganti) e soprattutto il diritto di vantarsi. L’offerta ristorativa propone il miglior street food di Londra, oltre ad alcune pietanze ispirate al luna park, come lo zucchero filato al sapore di Prosecco, le caramelle alcoliche e le mele caramellate.

“Quando ero bambino adoravo andare al luna park. I giochi avevano una loro magia”, ha raccontato Richard Hilton, amministratore delegato della struttura. “Quando diventi genitore […] i giochi continuano ad avere qualcosa di magico: giocarci ti piacerà sempre, ed è questa l’esperienza che vorrei far vivere qui a Canary Wharf”. E poi ha aggiunto: “Abbiamo davvero reinventato questi giochi. Ciascuno di loro ha una componente tecnologica, così i partecipanti avranno questi giochi davvero straordinari e potranno gareggiare gli uni con gli altri. Incentiviamo le persone a partecipare con i peluche in premio, ma in realtà si gioca per la gioia di battere le persone con cui si è insieme”.

Continua a leggere Games & Parks Industry Marzo 2023, pag. 16

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