ChatGPT e aziende: istruzioni base per l’uso     

ChatGPT e aziende: istruzioni base per l’uso     

2 Gennaio 2025 Off Di Oscar Giacomin

Nel mondo della tech e del digitale, l’intelligenza artificiale (AI) generativa – ovvero l’intelligenza artificiale che usa algoritmi per creare nuovi testi, immagini, video, audio o codice – è al centro delle attenzioni di sviluppatori e aziende che puntano a rendere questa tecnologia sempre più precisa e alla portata di tutti. Tra i servizi più noti che consentono di interagire con l’AI generativa ed eseguire molte attività c’è ChatGPT (Generative Pretrained Transformer), realizzato dalla società statunitense OpenAI. Uscito a novembre 2022, in un paio d’anni è diventato popolarissimo ed è anche cresciuto molto, diventando con le sue progressive versioni, sempre più avanzato ed efficiente. 

Moltissime sono anche le polemiche e i dibattiti mossi da questo strumento: c’è chi lo vede come un sogno diventato realtà e chi invece lo giudica un incubo, portatore di gravi rischi. Vediamo di fare un po’ di chiarezza.

Cosa è ChatGPT e come funziona

ChatGPT è un chatbot basato sull’AI in grado di fornire risposte agli input (ossia ai quesiti) degli utenti. L’interazione avviene tramite prompt testuali, ma nelle versioni più recenti, anche con la possibilità di allegare file da analizzare con immagini, testi o dati, e in forma di conversazione vocale (come con un’assistente vocale, per capirci).

Alla base del funzionamento di ChatGPT c’è un sofisticato modello di machine learning, o apprendimento automatico, abbinato a deep learning, o apprendimento approfondito, che usa i diversi strati di reti neurali per calcolare i valori di quelli successivi. Grazie a loro, ChatGPT è in grado di apprendere autonomamente dall’esperienza (cioè dagli input che riceve), quindi generare risposte coerenti e fluide in base al contesto fornito, migliorarsi progressivamente, e adattarsi ai diversi stili di interazione con risposte sempre più personalizzate.

Cosa è in grado di fare?

Scorrendo l’elenco delle cose che ChatGPT sa fare, si rimane basiti: può rispondere a domande, scrivere testi di vario genere (dialoghi, post, mail, ricette, saggi, poesie ecc.), fare traduzioni e riassunti, risolvere operazioni matematiche, realizzare o analizzare immagini, generare codici e molto altro. 

Affinché il chatbot performi al meglio è però fondamentale che il prompt sia il più possibile specifico e dettagliato (no quindi a frasi ambigue o generiche, e sì a specificare il contesto) scendendo poi man mano in profondità con altre domande così da affinare via via il risultato.

ChatGPT in azienda

In ambito aziendale, le applicazioni possibili sono molteplici. La capacità di ChatGPT di generare contenuti con un linguaggio naturale, lo rende adatto ad automatizzare e velocizzare certi processi di marketing. Può essere d’ausilio, per esempio, nella creazione di campagne pubblicitarie e contenuti social, così come per la scrittura (e traduzione) di contenuti per il sito aziendale, di newsletter rivolte ai clienti e l’invio di email di routine.

Il chatbot può essere utilizzato anche per l’assistenza clienti, rispondendo a domande frequenti, offrendo supporto tecnico per piccoli problemi, gestendo prenotazioni e appuntamenti ed altro ancora, senza la necessità di formare i dipendenti o assumere altro personale. Grazie ai dati raccolti dalle interazioni con la clientela precedente, permette di creare esperienze personalizzate per ciascun cliente.

Un consiglio: se si decide di sfruttare ChatGPT in azienda è però bene evitarne un uso estemporaneo. Meglio definire preventivamente i campi in cui può essere utile e come, chi lo userà e con quali compiti. È anche consigliabile integrare il chatbot, se possibile, con software già esistenti e prevedere sempre un monitoraggio umano sui risultati ottenuti.

I limiti 

ChatGPT offre grandi vantaggi, ma ha anche dei limiti. Uno grosso riguarda l’aggiornamento delle informazioni, nel senso che non conosce nessun contenuto creato dopo una certa data (che cambia in base agli aggiornamenti di OpenAI), a meno che non si usi un modello avanzato, di solito a pagamento tramite abbonamento. 

Inoltre, anche se in continuo miglioramento, ChatGPT è per ora ancora più efficace nel fornire risposte specifiche basate sui fatti piuttosto che nel gestire domande a risposta aperta o concetti astratti. E questo può limitarne l’utilità in situazioni del tipo scrittura creativa.

Ancora: essendo addestrato su testi presi da Internet, ChatGPT può essere soggetto a fake news, e può quindi potenzialmente diventare strumento di disinformazione.

I rischi

Un’analisi onesta sul possibile uso di ChatGPT in azienda non può prescindere da alcune riflessioni anche sui possibili rischi legati al suo uso. I più importanti riguardano la sicurezza. ChatGPT viene infatti a contatto con una grande quantità di dati aziendali (anche sensibili, compresi in qualche caso quelli finanziari) e questo aumenta i rischi riguardanti la loro protezione, a cui si aggiungono maggiori rischi per la privacy dei lavoratori e degli utenti. È quindi consigliabile non accostarsi a ChatGPT senza considerare seriamente tali aspetti. 

Oscar Giacomin  / General Manager, Facto Edizioni

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